2010-11-25

Ruoli

(Nota Bene : Questo articolo fa parte di una serie di Note di BDSM in pratica )

Molte persone che praticano il BDSM (o anche solo che immaginano viverlo) usano una precisa definizione dei ruoli.

Un ruolo è sia una etichetta, che una definizione, che una dichiarazione di intenti. Alcuni si definiscono (e si fanno definire) Master, Padroni, Signori, Mistress, Padrone, Signore, Dominanti, slave, schiave, schiavi, sottomesse, sottomessi, zerbini, leccapiedi, penitenti, educande, switch, fetisch, leather, eccetera  .... solo per citare alcuni dei ruoli più comuni ma esistono (e sono usati) molti altri.

Che cosa sia con precisione un certo ruolo piuttosto che un altro è sia intuitivamente chiaro che difficile da definire con sufficiente precisione. Come sempre nel BDSM le due uniche cose che contino veramente, a mio parere, sono da un lato quello che ogni singola persona desidera dall'altro quello che ogni singola persona sente più autenticamente suo, ossia la "cosa" che le permette di ritenersi intimamente soddisfatto/a. Se la differenza tra un Master o Pardone o Mistress o Padrona da un lato, rispetto ad uno slave, schiavo, schiava, sottomesso/a dall'altro è molto chiara ed evidente, distinguere tra cosa è una Mistress ed una Padrona oppure distinguere tra un Padrone ed un Domaninate diventa solo una questione di sensibilità ed espressione personale. Sono state fatte interminabili discussioni e litigi su questi argomenti (ed ancora molte ne verranno fatte) perché ogni persona ha un suo modo di vedere la cosa e (quasi) ogni punto di vista è legittimo. Dico che non tutte le definizioni dei ruoli sono legittime nel BDSM perché devono sempre valere la consensualità e la sicurezza mentre le definizioni di alcune persone (ed i loro conseguenti atteggiamenti pratici) tendono ad escludere a priori consensualità e sicurezza e questo non è accettabile.
La realtà dei fatti è che, secondo me, non esistono definizioni assolute ed universali dei i ruoli ma contemporaneamente le definizioni che ogni persona da e vuole dare ad un ruolo sono la "legge" che regola e deve regolare questo argomento, ma solo fino a quando vengono rispettate consensualità e sicurezza.

Ci sono anche persone che praticano il BDSM ma rifiutano per se stessi ogni ruolo ed etichetta, sentendo che questi "titoli" servano solo come facile appiglio per chi non conosce nulla del BDSM ed in realtà è poco interessato a comprendere di cosa si tratta. Queste persone ritengono che, in ogni caso, non sia ne un ruolo ne un titolo a fare la sostanza di una persona anche se pratica il BDSM. In altre parole credono che la sostanza di una persona è una cosa molto più complessa e sfaccettata che una semplice etichetta appiccicata per la comodità di chi tanto non è interessato a comprendere. Io la penso esattamente cosi e rifiuto qualsiasi ruolo o titolo per me stesso e se qualcuno mi descrive come in un ruolo scelgo di ignoralo,  ma ovviamente questa è la mia scelta personalissima che deriva dai miei gusti e giudizi.

Un ruolo può comunque essere utile, specie per le persone che stanno iniziando o per le persone che vogliano "giocare" una scena BDSM con delle altre persone che ancora non conoscono bene. Un ruolo sintetizza a grandi linee quello che ci si può aspettare che quella persona faccia (o che voglia fare) e quello che quella stessa persona non farà mai (e che non vorrà mai fare) e in alcune situazioni questo è un vantaggio per tutti.

Prima di una scena BDSM è importante chiarire a tutti i partecipanti il ruolo che ogni persona vuole ricoprire. Il ruolo ovviamente non è tutto quello che si deve chiarire ma ci sono molti altri dettagli (alcuni dei quali saranno trattati nei miei prossimi articoli, vedere elenco nell'articolo principale) ma in questo contesto chiarire il ruolo rapprenta un punti di partenza per iniziare a conoscersi.

Anche nelle conoscenze che nascono a distanza via internet (su siti, in chat, via posta elettronica, SMS o anche telefonicamene) è importante chiarire il ruolo che ogni persona vuole avere. In queste situazioni è importante chiarire anche molte altre cose, la prima delle quali secondo me è se si ha o non si ha l'intenzione di passare anche alla "vita reale". Credo non ci sia nulla di male ad avere delle relazioni a distanza, relazioni che possono anche non passare mai sul piano degli incontri reali ma che sono sentite e vissute profondamente ed onestamente. Le relazioni a distanza non sono certamente da meno di una relazione "dal vivo", ma sono sicuramente molto differenti dal "metterci la faccia" di persona per avere degli incontri veri. Quello che viene detto con una punta di disprezzo "il virtuale" per me è una cosa rispettabilissima ma solo a patto che sia proprio quello che tutti i partecipanti desiderano e cercano (e che soprattutto non esca MAI dalla consensualità e dalla sicurezza).

Un pericolo reale dei ruoli è che, a mio parere e specie nelle relazioni a distanza, il ruolo può diventare troppo importante per tutte le persone coinvolte. Le persone si trovano a dovere comportasi sempre in un certo modo ed a dover dire (o non dire) solo certe cose e questo porta facilmente ad un coinvolgimento cosi profondo che passa i limiti del sano nel senso della stabilità psichica ed emozionale. In altre parole, specie in un rapporto a distanza, è fin troppo facile farsi trascinare dal "ruolo" e perdere di vista il buonsenso e le considerazioni che ho espresso nell'articolo sull' SSC .

2010-11-24

Aspettative e bisogni

(Nota Bene : Questo articolo fa parte di una serie di Note di BDSM in pratica )

Qualunque persona che sia attratta dal BDSM ha dei forti motivi personali.

Spesso tutto nasce da qualche pulsione interiore e soddisfa qualche bisogno profondo dell'individuo. Ben prima di arrivare ad agire nella realtà è del tutto normale che molte persone sviluppino delle ricche fantasie su che cosa vogliono (o vorrebero) fare o farsi fare in un contesto BDSM. E' anche normale che per il BDSM rimanga solo una stupenda fantasia per lungo tempo. Per alcune persone il BDSM continua a rimane al livello della fantasia senza mai passare sul piano pratico ed anche questo è perfettamente normale, sempre che non si faccia MAI confusione tra quelle che sono fantasie e quella che è e può essere la realtà.

E' bene rendersi conto che il fatto di immaginare un nostro ricco, personale e privato BDSM ci carica di aspettative su come dovrebbe essere la realizzazione in pratica del BDSM (e su come NON dovrebbe essere, secondo il nostro punto di vista).  Le aspettative non sono una cosa negativa in assoluto e spesso sono la spinta immediata a mettere in pratica una qualche pratica BDSM e ce la rendono desiderabile.

Parlando di aspettative sul BDSM è necessario fare attenzione a due cose che possono diventare pericolose.

Per prima cosa ogni aspettativa che ci facciamo può mancare di realismo.

Questo vuole dire che noi possiamo aspettarci dalla pratica BDSM (o dal nostro partner) qualcosa che non è possibile ottenere nel mondo reale. E' una cosa che succede soprattutto quanto si ha poca esperienza pratica e per questo non si hanno termini di paragone per giudicare se una certa pratica (o un certo comportamento) è realistico oppure non lo è. Ma anche se anche se siamo già esperti, secondo me occorre sempre fare attenzione a quali sono le nostre aspettative, dato che ogni situazione (ed ogni partner) ha le sue caratteristiche ed è molto facile aspettarsi (e volere) qualcosa che non è possibile ottenere.

Inoltre ogni aspettativa può essere in contrasto con le aspettative del nostro partner.

Non dobbiamo mai dimenticarci che anche il nostro partner ha delle legittime aspettative che possono essere in diverse ed in contrasto con le nostre.
Una delle ragioni per cui una comunicazione chiara e sincera è molto importante nel BDSM ( sia quando si organizza una singola "scena" di gioco sia in generale nel rapporto) è proprio la necessità di confrontarsi con le aspettative del partner mentre si propongono le nostre. Sottolineo la parola "proporre" dato che nel BDSM non è mai possibile imporre nulla che non sia voluto da tutti i partner ( la Consensualità nella sigla SSC ).

Ogni persona ha anche dei bisogni, oltre che avere delle aspettative.

Se le aspettative sono dei desideri, i bisogni di una persona sono qualcosa di più profondo ed assolutamente importante. Un bisogno è qualcosa di assolutamente necessario per la nostra sopravvivenza, sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista emozionale o psicologico oppure sociale. Mangiare, bere e dormire sono bisogni fisici, non possiamo vivere senza. Rispetto, attenzione e considerazione sono alcuni bisogni psicologici ed anche se è possibile sopravivere anche senza queste cose, quando ci mancano veniamo sminuiti e schiacciati e viviamo male.

Anche nella pratica del BDSM vi sono dei bisogni, alcuni sono universali come il bisogno di rispetto ed attenzione, altri sono specifici di ogni individuo. Per ogni persona è molto difficile distinguere tra i desideri, le aspettative ed i bisogni ed ovviamente non è possibile stabilire delle regole ferree ed assolute per dire cosa è uno e cosa è l'altro, è sempre una questione di giudizio personale.  Succede che a volte si considerano bisogni dei semplici (ma fortissimi) desideri, mentre altre volte capita che qualche bisogno non siano chiaro, che rimanga inespresso e che venga vissuto al massimo come una fantasia. E' anche possibile che le nostre aspettative crescano troppo e ci portino lontano dai nostri reali bisogni. 

Cercare sempre di distinguere tra le nostre fantasie, i nostri desideri, le noste aspettative, ed i nostri bisogni è difficile ma necessario per capire cosa vorremmo veramente dalla pratica del BDSM ed evitare confusioni pericolose.

Parlando delle necessità pratiche di una scena BDSM è quindi caldamente consigliata una buona ed onesta comunicazione prima della scena stessa che tenga conto sia delle aspettative che dei bisogni di tutti i partner coinvolti.

2010-11-18

Una scena BDSM

(Nota Bene : Questo articolo fa parte di una serie di Note di BDSM in pratica )

Nel BDSM pratico viene detta "scena" il momento in cui l'attività vera e propria si svolge.

La parola scena viene anche usata per indicare complessivamente tutte le persone, luoghi ed appuntamenti del BDSM. Non parlerò della scena BDSM in questo senso generale ma darò dei cenni su come organizzare e condurre una singola scena di gioco BDSM nella realtà.

Una scena può svolgersi sia in privato (nell'intimità domestica e con presenti solo le persone coinvolte) che in pubblico (ad una festa dove sono presenti anche altre persone che osservano e potenzialmente possono intervenire ) . Ci sono anche casi in cui sono presenti sia l'aspetto intimo che quello pubblico. Come sempre sono le persone coinvolte che scelgono e decidono se il loro BDSM è una faccenda privata tra loro ed il loro partner oppure se desiderano esibirsi ed essere osservati da altre persone (e decidono anche da chi essere osservati).

Anche il concetto di "gioco" BDSM limitato solamente ad alcuni momenti o scene non è una regola universale che vale per tutti.

In molti casi il BDSM viene vissuto da una persona in tutti (o quasi) tutti gli aspetti della sua vita , in privato e/o anche in occasioni pubbliche. Sono possibili tutti i livelli di coinvolgimento immaginabili, a partire da più semplici fino ad arrivare a scelte di vita che vengono comunemente dette BDSM 24/7 (inteso come 24 ore ogni giorno e 7 giorni ogni settimana, senza interruzioni o uscite dal "ruolo"). In questi casi estremi non è più giusto parlare ne di "ruoli" da interpretare (come per esempio padrone e schiava oppure padrona e schiavo in una scena) ne di momenti di "gioco". Si tratta di scelte di vita ed ognuno deve giudicare se tutto questo è proprio quello che lui o lei desidera veramente .

In tutti i casi, valgono sempre le considerazioni generali riguardo a Sicurezza, Abilità, Responsabilità, Fiducia, Rispetto ed SSC (Sicuro, Sano e Consensuale) .

Proprio da queste considerazioni nascono tutti gli aspetti pratici del BDSM .

Note di BDSM in pratica

Dopo aver parlato in generale di Sicurezza, Abilità, Responsabilità, Fiducia, Rispetto ed aver descritto i concetti che stanno la sigla SSC , vorrei dare alcune informazioni su come si conduce ed organizza una sessione pratica di BDSM.

Parlando di questi argomenti non inventerò nulla di mio ma farò riferimento a concetti e pratiche diffusi e condivisi in diverse comunità di BDSM internazionali. Questi argomenti vengono trattati in molti siti specializzati ed addirittura WikkPedia. ha una serie di articoli a riguardo. Se leggete l'inglese, potete per esempio leggere questo articolo e quelli collegati.

Scriverò una serie di articoli in cui parlerò (in italiano) di questi argomenti:


Tengo a precisare che questo "schema" o "modo di vedere" la pratica del BDSM non è l'unico e neppure è il migliore possibile.
Non fate l'errore di intendere tutto il BDSM possibile come centrato solamente su momenti di gioco ben separati dal resto della vita. Anche se molte persone vivono il loro BDSM come dei momenti di "evasione" separati dal resto della loro vita, per molte altre persone questa distinzione non ha senso dato che esse lo vivono nella loro vita quotidiana, senza esibirlo a nessuno ne andando a raccontarlo a chicchessia. Qui intendo accennare sia quelle persone che vivono il BDSM in modo totale (per esempio quelli che fanno una delle scelte di vita genericamente definite come "24/7"), sia di quelle persone che, senza sentire la necessità di scelte più estreme e visibili, basano i loro rapporti familiari e sessuali su uno scambio voluto ed accettato di controllo (per esempio le persone che vivono la Disciplina Domestica - Domestic Discipline - o simili oppure rapporti in cui la donna sviluppa una forma attiva di controllo sull'uomo che la accetta felilcemente )

Io userò lo "schema" qui sopra solo come metodo narrativo, cioè lo userò per dire alcune cose che possono essere utili a tutti le persone interessate al BDSM.

Ognuno dovrà ovviamente fare lo sforzo di calare questi argomenti nella propria realtà e nel proprio contesto.

    2010-11-11

    SSC: Sicuro, Sano e Consensuale

    La sigla SSC viene citata spesso da chi pratica o vuole praticare BDSM. 

    SSC sta per Sicuro, Sano e Consensuale e deriva dall'inglese (dove sta per Safe, Sane and Consensual).

    Queste tre caratteristiche, ossia Sicurezza, Sanità e Consensualità, sono alla base di ogni buona pratica BDSM.

    Solo quando sono presenti tutte e tre queste caratteristiche si può parlare veramente di BDSM, mentre quando ne manca anche una sola si deve invece parlare di qualcosa di molto diverso.

    Nella pratica del BDSM è necessario escludere ogni comportamento pericoloso o violento. Inoltre è necessario escludere ogni eventuale problema di insanità o instabilità mentale come anche le alterazioni dovute al consumo di  droghe o alchol. Infine è necessario che tutte le pratiche siano accettate e volute sia da chi le compie che da chi le riceve.

    Queste tre caratteristiche possono e devono anche essere usate per valutare i comportamenti di tutte le persone che praticano. Nel caso in cui si veda che una certa persona non tenga sufficientemente conto della Sicurezza in quello che fa o in quello che pretende gli sia fatto oppure non dimostri Sanità oppure ancora ignori la Consensualità, questa persona sta facendo qualcosa di realmente negativo per lei stessa e per tutte le persone coinvolte, sia che siano sottomessi/e che dominanti che semplici spettatori.

    Per questi motivi, tutti i praticanti seri ed consapevoli del BDSM offrono esattamente queste caratteristiche a tutti i loro partner e nello stesso tempo  richiedono esattamente queste caratteristiche da tutti i loro partner. E questo vale (o dovrebbe valere sempre) e senza eccezioni.

    Non è un caso che l'SSC sia una delle prime cose che vengono spiegate a chi vuole iniziare a praticare e che la sigla venga citata cosi spesso.

    Questa sigla ed i concetti che esprime sono in uso da diverso tempo nelle comunità BDSM internazionali. Essa rappresenta una la sorta di "filosofia" concreta con cui vengono affrontate le pratiche del BDSM moderno.  Questa "filosofia" non è perfetta ma rappresenta un buon riferimento pratico.

    E' necessario aggiungere che alcuni dei praticanti più evoluti ed esigenti hanno criticato il concetto di SSC. Qualche praticante del BDSM lo rifiuta del tutto, criticando l'approccio per diversi motivi. Queste critiche possono anche essere valide (almeno in determinati contesti e per alcune persone): in questo articolo non le discuterò ma mi riservo di commentale in futuro.

    E' necessario aggiungere anche che qualche praticante del BDSM usa un'altra "filosofia" pratica che ha come sigla RACK (Risk Aware Consensual Kink). Quest'altra filosofia è decisamente più estrema come concezione (e come pratica) e potrebbe non essere adatta a tutti i praticanti. In particolare, secondo la mia opinione,  è poco adatta a chi si affaccia per la prima volta in questo mondo.  Per parlare della distinzione tra SSC e RACK e delle differenze tra di loro come prima cosa è necessario comprendere il senso che viene dato alla sigla SSC. Per quanti riguarda il RACK, mi riservo di dedicare in futuro un articolo proprio su questo tema.

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    Cercherò di descrivere il senso che SSC esprime parlando di tutti e tre i termini che la compongo.

    Sicuro - che non presenta alcun pericolo reale.

    L'obbiettivo di chi pratica BDSM è di NON causare danni permanenti.
    Ogni pratica fisica (ed ogni pratica psicologica) del BDSM deve essere misurata valutando quali conseguenze ha (o può avere) su chi la subisce. In generale, se si valuta che ci sia un rischio troppo elevato di una ferita permanente o di un danno psicologico serio, questa particolare pratica è da evitare oppure è da attuare in un modo che riesca a controllare efficacemente tutti i rischi e che li riduca di molto. Parlando di modi per ridurre e controllare il rischio, per fare un solo esempio tra quelli possibili, si può attuare una certa pratica "recitando una scena" come se si stesse interpretando un film, senza usare oggetti e situazioni realmente pericolosi ma solo "facendo finta" che la cosa stia succedendo.

    Il principio della sicurezza nel BDSM si può descrivere in modo molto chiaro ma troppo generico. Quello che importa veramente è l' applicazione pratica di questo principio e l'applicazione pratica deve tenere conto di molti fattori.
    Uno questi fattori è il modo in cui tutte le singole persone coinvolte valutano che cosa è un "danno permanente" e che cosa è un "pericolo reale".  Ci sono moltissime azioni e/o pratiche che sono evidentemente estremamente pericolose ma per quanto riguarda diverse altre pratiche "intermedie" purtroppo non è possibile stabilire un metro di giudizio universale che valga in tutte le situazioni e contesti possibili. Non dimentichiamoci mai che chiunque decida di agire, di far subire a qualcun'altro una pratica BDSM, si deve sempre e comunque prendere tutta la resposabilità di quello che fa, e non esistono (ne possono esistere) giustificazioni del tipo "ma tanto quella era una cosa sicura"

    Uno altro dei fattori da considerare è il modo in cui ogni singola persona coinvolta reagisce fisicamente (e psicologicamente ) alla singola pratica.
    Per esempio, per un certa persona ricevere venti colpi di frusta non è oggettivamente un danno permanente, dato che per sua costituzione fisica le conseguenze fisiche (segni, lividi, pelle spaccata ecc) sono relativamente lievi e scompaiono in pochi giorni. Mentre per un altra persona ricevere due colpi di frusta sono oggettivamente un danno permanente, dato che per sua costituzione anche solo due colpi a lui/lei causano delle pesanti conseguenze fisiche  che si trascinano per molte settimane.  Inoltre non dimentichiamoci che la reazione ad una certa pratica dipende moltissimo dalla situazione fisica e psicologica della persona, dal partner che gliela impone, dal contesto in cui la subisce, dalla suo livello di esperienza e dal livello di coinvolgimento emotivo (es. se si sente "innamorao/a" oppure è estremamente "attratto").  Dato che non è possibile stabilire in assoluto quali pratiche sono assolutamente sicure e quali no, non è mai sbagliato procedere per gradi senza pretendere tutto e subito e non è mai sbagliato fermarsi e non insistere in una pratica che suscita reazioni troppo forti. Se si mantiene il controllo della situazione, è sempre possibile riproporre la cosa un altro giorno in un altra situazione, mentre se succede qualcosa di veramente spiacevole difficilmente sarà possibile ottenere nuovamente la fiducia di chi dovrebbe subire la pratica stessa.
    Per fare un altro esempio delle diverse reazioni possibili, se si vuole usare una minaccia psicologica che colpisce una fobia (per esempio il terrore dei ragni) è necessario tenere conto della profondità della fobia nella singola persona. Per una certa persona la paura dei ragni può essere solo una profonda sensazione di  fastidio o di schifo, mentre per un'altra la paura dei ragni è talmente profonda da scatenare immediatamente reazioni estreme ed incontrollate, che sono da evitare.
    Altri due dei fattori da tenere presente sono l'abilità e giudizio di chi impone la pratica BDSM.
    Chi vuole praticare il BDSM come dominante dovrebbe sempre come prima cosa imparare cosa comporta la pratica che desidera imporre. Sapere bene sia come agire sia come NON agire è fondamentale nella pratica del BDSM.
    Chi domina deve anche sapere giudicare correttamente le situazioni senza farsi mai trascinare ne dall'arroganza ne dalla libidine. Un giudizio corretto di cosa sta succedendo, su cosa è possibile imporre e su cosa NON è decisamente il caso di pretendere è altrettanto fondamentale nella pratica del BDSM.

    Sano - che è in buone condizioni di salute fisica e psichica.

    Il termine sano della sigla SSC ha diversi significati.

    Il primo è di non aggravare una carenza di "sanità" ossia non fare danno su "danno" fisico.
    E' fondamentale tenere conto delle condizioni di salute di chi subisce ed anche di chi impone le pratiche. Se questo è evidente per le patologie e i problemi fisici più gravi, bisogna tenere conto che anche una semplice allergia al latex (si, esistono persone che sono allergiche) può avere conseguenze molto spiacevoli durante una scena. Anche solo avere il naso chiuso per un banale raffreddore ha le sue conseguenze, dato che la persona respira peggio di quello che farebbe normalmente. E' necessario spiegare bene le proprie condizioni di salute generali e del momento come è necessario informarsi di quelle del partner.

    Il secondo è di non attuare pratiche che rovinino (o rischino di rovinare) permanentemente lo stato di salute fisica o psichica di chi le subisce.
    Questo concetto si sovrappone a quello di Sicuro di cui ho discusso prima.

    Il terzo significato è che qualunque persona che abbia seri problemi psichici (sanità mentale) quasi sicuramente non sta facendo BDSM ma sta solo dando corso al suo problema mentale. Anche se pochi trai i praticanti del BDSM hanno una competenza professionale per valutare una malattia mentale, è necessario per tutti prestare attenzione ai comportamenti delle persone con cui giochiamo da questo punto di vista.

    Il quarto significato è che qualunque persona che sia alterata perché ha bevuto alchol (o perchè ha assunto droghe) quasi sicuramente non sta facendo BDSM e non è neppure in grado di farlo, almeno fino a che non ha smaltito totalmente la sbornia (o l'effetto della droga). Non è mai una buona idea mescolare il "gioco" BDSM con l'alcol, e non è un caso che spesso chi ha intenzione di "giocare" (sia come dominante che come sottomesso) non beva affatto.

    Consensuale - azione approvata e permessa da tutte le persone coinvolte.

    Si può parlare di BDSM solo quando è consensuale, ossi quando tutte le pratiche sono approvate e permesse da tutte le persone coinvolte, sia dai sottomessi che dai dominanti.
    Il BDSM non è violenza e non è neppure abuso o vera sopraffazione. Il sottomesso o la sottomessa ha sempre l'ultima parola di veto ed è lui/lei che sceglie se accettare una pratica oppure no, inoltre può cambiare idea in qualsiasi momento (ossia decidere che una certa cosa non ha più la sua approvazione). Il consenso (o il non-consenso) non può essere presunto ne sottointeso ma deve essere espresso chiaramente e senza possibilità di confusione.
    Ogni dominante ha il dovere di rispettare sempre il consenso (o la mancanza di consenso) di qualsiasi sottomesso. Il consenso non può e non deve essere estorto con ricatti di nessun tipo o genere. Il consenso deve essere liberamente offerto e deve sempre essere informato, ossia chi subisce deve sapere che cosa potrà succedere e cosa non succederà sicuramente.
    Per mettere in pratica il consenso è necessario comunicare sinceramente e in modo chiaro cosa succederà (o meglio che cosa potra succedere) ed anche che cosa non potrà succedere mai, e questo deve avvenire prima di iniziare il "gioco" BDSM vero e proprio. E' molto importante parlare bene e senza fretta e prendersi il tempo necessario per comprendere le aspettative e i desideri del partner.
    Di norma la sottomessa o il sottomessao ha sempre la possibilità di fermare l'azione del dominante nello stesso istante in cui avviene. Spesso questo viene fatto con l'uso di safeword, ossia parole concordate che se dette dal sub fanno fermare immediatamente il dom. (es. "rosso" = fermati immediatamente).

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    L'SSC non è certo una formula magica che rende automaticamente un praticante del BDSM migliore di un altro. L'SSC è invece un metro di giudizio pratico ma imperfetto che deve servire come strumento per valutare situazioni e comportamenti, prima di tutto i propri comportamenti e poi quelli delgi altri. La sigla non dovrebbe essere usata come uno slogan dietro cui nascondersi (per poi agire in tutt'altro modo) e neanche dovrebbe essere usata solamente come "marketing" (leggi pubblicità) al BDSM verso chi al BDSM non è per nulla interessato o come "giustificazione" per che facciamo. L'SSC non solleva mai dalla responsabilità personale di ogni praticate, sia che domini sia che sia dominato. La responsabilità personale per quello che facciamo nel BDSM (o per quello che permettiamo di farci fare ) viene prima di ogni altra cosa e l'SSC si può vedere come un criterio pratico di esercitare la propria responsabilità.